Orvieto per la Palestina

sito web gestito con il supporto di COBAS Orvietano e CESP Centro Studi per la Scuola Pubblica dell’Umbria

Chi siamo/About us

Circa un anno fa, avevo messo a disposizione questo sito web che, seppure realizzato con “tecnologia fai da te” ha rappresentato nel frattempo il canale di comunicazione ufficiale del Coordinamento Orvietano per la Palestina, con aggiornamenti su iniziative, eventi, manifestazioni e strumenti per l’approfondimento delle complesse tematiche legate al medio-oriente e in particolare alle lotte per la liberazione della Palestina dall’occupazione sionista.
Ad oggi, ritengo che le finalità per le quali il coordinamento si era formato (si veda di seguito il primo comunicato del 20 ottobre 2023), siano state disattese per diversi aspetti, anche a causa di modalità di gestione del coordinamento stesso che, seppure condivise dalla maggioranza degli avventori, a mio modesto parere risultano poco efficaci, velleitarie e alle quali si sono aggiunti sistemi di “comunicazione interna” tendenzialmente alienanti, in particolare con l’utilizzo eccessivo di sistemi di messaggistica istantanea (es. whatsapp) che hanno spostato spesso il dibattito e il confronto più sul piano “virtuale” che su quello “reale”.
Per tali ragioni, non mi sento più di condividere l’esperienza del Coordinamento ma proseguirò in ogni caso nel sostegno alla causa palestinese, anche ad Orvieto e territorio, con iniziative che prossimamente vedranno coinvolti studenti e docenti delle scuole superiori, presentazioni di libri e incontri con autori, iniziative con altre realtà territoriali, regionali e nazionali con il supporto della Confederazione COBAS e del CESP (Centro Studi per la Scuola Pubblica), ed infine, ma non da ultimo, con la gestione e l’aggiornamento del presente sito web.
Mirko Pacioni, ottobre 2024 – E.mail: orvietopalestina@gmail.com




20 Ottobre 2023
Appello Fermiamo la Guerra e i massacri!

Orvieto solidale con la Palestina, occupata, colonizzata e sotto feroce attacco israeliano.

L’esasperazione della popolazione palestinese che quotidianamente vede espropriati i propri territori dagli insediamenti dei Coloni, e il totale blocco di Gaza, ha portato all’affermarsi di una radicalità alla quale ci si è aggrappati come una soluzione. Hamas rappresenta il popolo di Gaza e potrebbe rappresentare quello della Cisgiordania se si votasse.

Dal 2006 in quei territori non ci sono state elezioni, il gruppo dirigente dell’OLP non è più un riferimento politico e la mancata politica di supporto dell’Europa e dei Paesi Arabi ad Abu Mazen ha ulteriormente delegittimato la capacità di incidere sul processo di pace.

Israele in circa 60 anni ha occupato gradualmente territori abitati da milioni di palestinesi – limitando libertà, demolendo case, espropriando terreni con continue provocazioni della destra israeliana -costringendoli a vivere in campi profughi, e vorrebbe oggi poter custodire la sua democrazia negando al tempo stesso il diritto all’autodeterminazione al “vicino di casa”.

I media occidentali vorrebbero distogliere l’attenzione internazionale dal genocidioincorsoinPalestinacontrolapopolazionecivile,etichettando le operazioni della Resistenza come terroriste e orientate a livello religioso.

Il loro racconto dei fatti cerca di trasformare un conflitto politico tra una potenza coloniale, Israele, e un popolo colonizzato, i palestinesi, in una “guerra di religione”, e anche in Italia tentano inutilmente di oscurare la presenzainpiazzadidecinedimigliaiadipersone,chedallegrandicittàai centri minori manifestano il loro sostegno alla causa palestinese. In tutto il mondo si stanno svolgendo manifestazioni a sostegno della Palestina,chiedendoalleorganizzazioniinternazionaliperidirittiumanidi fermare il massacro in corso a Gaza.

Dati del Ministero della Salute di Gaza, aggiornati al 15 ottobre 2023, hanno reso noto che sono stati uccisi 2.329 palestinesi, tra cui 724 bambini e 458 donne; sono rimaste inoltre ferite 9042 persone tra cui 2450 bambini e 1536 donne. La striscia di Gaza è uno dei territori più densamente popolati del mondo: 2,3 milioni di abitanti(dei quali i bambini rappresentano oltre il 45% e la popolazione tra i 15 e i 29 anni è circa il 27%) vivono in un’area lunga circa 40 km e larga 16 km nel punto più largo.

Per tali ragioni, l’attacco di Israele, anche attraverso la privazione di cibo, luce e acqua, e l’enorme numero di vittime già raggiunto in pochi giorni, rappresenta una vera e propria pulizia etnica mascherata da “lotta al terrorismo”.

Oltre all’indiscriminato attacco su Gaza, sono notizie di questi giorni le operazioni militari da parte israeliana anche su territori vicini, quali Libano, Iraq e Siria, come il bombardamento degli aeroporti di Aleppo e Damasco. E’ evidente pertanto il rischio imponderabile del conflitto che potrebbe travolgere tutto il Medio Oriente ed aprire ulteriori scenari di guerra.

Le stragi di civili e persone innocenti sono sempre da condannare, da qualsiasi parte provengano, ma non è comunque accettabile quella narrazione degli eventi che vorrebbe rovesciare le cose, trasformando le vittime in carnefici e viceversa.

Una pace “giusta” e forse duratura potrebbe nascere dalle risoluzioni dell’Assemblea generale dell’ONU n. 3236 (con la quale riconosce il diritto dei palestinesi all’indipendenza e all’autodeterminazione) e n. 3237 (con la quale si accorda all’OLP lo status di osservatore permanente sulla questione palestinese),ma anche la formula dei “due stati per i due popoli” non necessariamente condurrà alla pace, e fintanto che non termineranno l’occupazione e i soprusi da parte israeliana, sarà naturale aspettarsi la Resistenza anche armata della popolazione palestinese.

Noi, Associazioni, Sindacati, Donne Uomini, come componenti della società civile orvietana, siamo pronti a fare la nostra parte per sostenere il cammino della pace ed invitiamo le autonomie locali a schierarsi chiaramente per il reciproco diritto di vivere in pace e liberamente nel proprio stato.

Nel contempo, avendo ben chiaro chi sia l’aggressore e chi sia l’aggredito da almeno 60 anni a questa parte, lanciamo un appello per la costituzione di un coordinamento del territorio orvietano a sostegno delle lotte per l’autodeterminazione del popolo palestinese e il riconoscimento del loro Stato.

La pace si costruisce soltanto rimuovendo le cause del conflitto, pertanto: l’ultimo giorno di occupazione israeliana sarà forse il primo giorno di pace!

Coordinamento Orvietano per la Palestina

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